Caterina Madre
Caterina Madre
Tipo Nave da carico nazionalità italiana
Anno Costruzione 1904
Cantiere Richardson, Duck e Co. Ltd (Gran Bretagna)
Ultimo armatore Armatore Corrado S.A. Navigazione Genova
Stazza
  • lorda 4019 tonnellate
  • netta 2427 tonnellate
Portata lorda 7160 tonnellate
Dati
  • Lunghezza 110,5 mt
  • Larghezza 14,86 metri
  • Altezza 7,89 metri
Armamento 1 cannone di poppa
Apparato Motore
  • 1 macchina a triplice espansione.
  • 2 caldaie cilindrica monofronte a carbone
  • 1 elica
Piano di coperta -62mt, fondo 75mt

Nata nel 1904 con il nome di Iddesleigh nei Cantieri Richardson Duck a Tornaby-on-Tees (Nord Yorkshire, Regno Unito).
Lunga 110 mt e larga 15, aveva una stazza lorda di 4027 tonnellate. Il suo motore a vapore a triplice espansione poteva spingerla fino ad una velocità di 11 nodi.

Fu varata il 16 giugno del 1904 e completata il mese successivo, era la costruzione 557 del cantiere ed era simile all precedente, la Dulvertorn, che nel 1907 svanirà nel nulla dopo aver lasciato la bahia Banca con destinazione Antwerp.
Nel 1917 ebbe una collisione con la S.S. Menapier, facendola affondare nelle acque di Malaga (Spagna) dove giace ad una profondità di 40mt.

Nel 1923 la nave fu venduta alla Lloyd Mediterraneo di Roma e diventa “Valnoce”. Nel 1927, infine, passa di proprietà della Corrado di Genova assumendo il nome di Caterina Madre.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940, resta bloccata sul Mar Nero, ma con l’ingresso in guerra della Romania, rientra in Italia. Il 9 settembre 1942,, la nave viene requisita dalla nostra Marina e, circa un anno dopo, il 13 settembre 1943, a causa di un urto contro una mina, affonderà a 10 miglia da Gallipoli. Ad un miglio e mezzo di distanza, il giorno prima, era affondato il Pugliola….Non trasportava nulla, ci sono solo tracce di poche attrezzature militari.
La nave si trova in perfetto assetto di navigazione, prua verso nord e poppa sud.
Le parti interessanti sono: cannone, elica, prua con ancore e interno stive (vuote ma molto suggestive…
Il relitto è l’unico “colorato” nel senso che, oltre le classiche concrezioni, presenta una notevole quantità di spugne gialle.

 

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