Pugliola
A poche miglia dal Destroyer Inglese Quail, a circa 12 miglia ad ovest di S.Caterina di Nardò (LE),nel meraviglioso fondale del mare del Salento, si trova un altro relitto il Pugliola risalente al II conflitto mondiale. Una nave da carico, requisita ed armata per la guerra, anch’essa in assetto di navigazione.
Adagiata su un fondale di 95 m, il Cargo è lungo circa 100 m e largo circa 20. A poppa ed a prua sono ancora visibili i cannoni e le postazioni contraeree che cercavano di proteggerlo dagli attacchi nemici dal cielo. Sul nido della mitragliatrice contraerea, sono stati rinvenuti due bossoli calibro 12, esplosi. Sul fondello delle due cartucce si legge chiaramente la sigla “S.M.I.”, che, secondo alcuni esperti, significherebbe Stabilimento Militare Italiano. Sulla fiancata di dritta si nota un grosso squarcio dovuto ad un’esplosione. Nonostante le ricerche storiche non si è ancora riusciti a risalire con sicurezza al nome della nave e ad una sua eventuale attinenza al vicino relitto Inglese.Proprio negli ultimi tempi, grazie alle numerose immersioni e alla continua ricerca tra gli archivi e gli uffici storici della Marina Militare, si pensa che possa trattarsi del “Pugliola”, nave da carico italiana, requisita ed armata in occasione del secondo conflitto mondiale.
STORIACOMPAGNIA ARMATRICE BIBOLINI G.B.La famiglia Bibolini è originaria di Lerici, ma l’attività armatoriale la svolse prevalentemente a Genova.La prima nave che abbiamo incontrato è la bombarda LA MADRE verso la fine del 1700.
Nel 1810/1850 troviamo un pinco SAN GIOVANNI di Pietro Bibolini.
Si ricorda un Padre Francesco Bibolini fondatore in Argentina di una città oggi chiamata 25 de Mayo. Troviamo pure notizia di un Capitan Rinaldo Bibolini, valido comandante di bastimenti, nato a Lerici il 16 Maggio 1849, che probabilmente non appartiene alla famiglia.

Il fondatore di una dinastia di grandi Armatori è stato Giovanni Battista Bibolini nato a Lerici il 12 settembre del 1875 e che si diploma da macchinista al Nautico di Genova per poi proseguire gli studi laureandosi brillantemente, a soli ventidue anni, ingegnere navalmeccanico.
Geniale osservatore e studioso inventa e brevetta, tra l’altro, un rec uperatore di olio minerale che commercializza con una Società Francese che gli permette di guadagnare meritati compensi riuscendo ad acquistare la sua prima nave:

P.fo MALAGA Glasgow 1879 1.453

Bibolini l’aveva comprato nel 1918 dalla Ditta Conti, Giorgi & C. di Genova. La Ditta ebbe la sua prima sede in Corso Firenze 40. Nel 1925 in Portici di Sottoripa 3/2 A
Dai registri del RINA del 1925 risultano armati ,oltre il MALAGA , i piroscafi :
LERICI Ex ARIMATHEA Londonderry 1902 4.252 tsl

PERTUSOLA Ex ANGELA S.ShieIds 1882 1.496 tsl

Con questa nave Bibolini stipula uno dei primi contratti di noleggio moderno: minerale di piombo dalla miniera di Carloforte, alla fonderia Pertusola: praticamente un porta a porta in anteprima.
La PERTUSOLA si può dire sia stata la sola nave efficiente rimasta a galla sui mari italiani alla fine della guerra. Fu subito requisita dagli Alleati e impiegata, con equipaggio italiano, quasi tutto del Nord, nel rifornimento delle truppe al fronte. A bordo c’era pure un drappello di soldati americani che sorvegliava l’andamento del viaggio e soprattutto il prezioso carico (ogni ben di Dio in quei momenti di carestia) dai possibili furti nei porti e in navigazione; alla partenza, veramente, venivano ben chiusi i boccaporti e apposti i sigilli alle incerate. L’equipaggio però superava ogni ostacolo scendendo nella stiva attraverso un a manica a vento che opportunatamente passava attraverso una cabina degli ufficiali.

Il Comandante e l’equipaggio avevano una loro etica e, a loro dire, non rubavano, ma solo sottraevano qualche piccola quantità di merce che serviva assai meglio a loro che ad essere abbandonata su di una banchina alla portata di tutti e senza alcun risultato. In effetti si era instaurato un buon rapporto tra il bordo e gli Ufficiali alleati felici di stare a bordo a mangiare e bere e non far altro in quanto tutto quello che c’era da fare, veniva svolto in modo superlativo dall’equipaggio. Quando con l’arrivo di altre navi più idonee al traffico,che nel frattempo si era andato organizzando, fu necessario lasciare libero il piroscafo, fu una brutta giornata sia per gli italiani che per gli alleati.

Nel 1926 la flotta aumenta con l’arrivo di :

SAN TERENZO Ex YORKCASTLE Sunderland 1901 5.313 tsl

Nel 1930 la ditta si trasferisce in Piazza Corridoni 10/10 Genova e arrivano le seguenti navi :

MARIGOLA Ex COLABA Durbaton 1906 5.996 tsl

PUGLIOLA Ex WARMAJOR Detroit 1917 2.073 tsl

Nel 1932 viene comprato il:

MARALUNGA Ex RICOPINO Livorno 1921 556 tsl

Nel 1933 viene demolito il LERICI.
Nel 1935 viene acquistato il:TELLARO Ex G. CARNAZZA Riva 1919 2.234 tsl e dall’Armatore Saglimbene Domenico di Catania. TIGRAI Ex HELLUM Osaka 1918 1.300 tsl
Con queste navi la Ditta arriva all’ inizio della guerra per poi subire le seguenti perdite:MARIGOLA il 20 settembre 1941, durante la navigazione, con un carico di carbone, da Palermo a Tripoli, incagliava a poco più di 2 miglia per 165° dal faro di Kuriat in Tunisia. Ivi veniva silurato una prima volta, il 24 settembre, da aerei siluranti britannici ed una seconda volta, il 22 ottobre, da un sommergibile anch’esso britannico, che, facendo uso del cannone, gli procurava gravi danni; affondata il 1.11.1941 venne poi ricuperato dai francesi. MARALUNGAaffondata bombe aerei a Livorno 28.5.1943.

PUGLIOLA affondata urto mina a Gallipoli il 12.9.1943.
TELLARO affondata a Livorno dai tedeschi il 26.6.1944.
TIGRAI affondato a Civitavecchia il 31.10.1943 per cause imprecisate.
Su questa nave si racconta che a guerra finita l’armatore aveva avuto l’autorizzazione a procedere al ricupero di una nave che soltanto dopo alcuni giorni di lavoro non risultò essere il TIGRAI; senza dire niente a nessuno il relitto venne di nuovoaffondato e si iniziò regolarmente il ricupero del vero TIGRAI che, subito dopo venne demolito.
E’ inoltre necessario includere anche la:
M/n. LERICI II costruita a La Spezia nel 1941 di Tonn. 6070.
Il 15.8.1942, in navigazione da Brindisi a Bengasi, verso le ore 18.30, nel punto circa 120 miglia a Nord di Ras Aamer, fu silurata da un sommergibile nemico. Con incendio a bordo e la poppa sommersa, rimase a galla fino alle ore 12.00 del giorno successivo, quando,constatato ormai impossibile il salvataggio, venne affondata a cannonate dalla scorta.
Pensiamo sia doveroso dar merito all’Ing. Bibolini di aver progettato e costruito, dopo la guerra, le motonavi

portarinfuse chiamate Capitani d’industria, dalle caratteristiche veramente indovinate:

lunghezza mt. 165.5

larghezza mt. 20.99,

stazza lorda Tonn.11.260,

Portata Tonn. 16.600

Zavorra Tonn. 6.000

velocità oraria 14.5

motore Fiat 757/5.500 Cav. che hanno rappresentato per la Marina Mercantile Italiana un esempio di capacità e conoscenza tecnica riconosciute in tutto il mondo dello shipping; anche l’impiego delle navi, caricare minerale in Nord Africa per East cost degli USA e quindi carbone da Hampton Road all’Italia, ha dimostrato una capacità commerciale di prima qualità riducendo al minimo il tratto di navigazione in zavorra.

pugliola