Relitto Nave Neuralia

Il relitto

Costa del Sud capitanata da Andrea Costantini (massimo esperto dei mari del Salento),ha scoperto il relitto del Neuralia dopo numerose ricerche.

La nave, battezzata Neuralia, fu costruita nel 1912 dai cantieri nautici Barclay Curle & Co., a Glasgow in Gran Bretagna, e destinata, inizialmente, al trasporto delle truppe indiane in Francia e successivamente in Gran Bretagna. Durante la Prima Guerra Mondiale il Neuralia era una nave ospedale nel Mar Mediterraneo.

Al termine della guerra tornò ad essere una nave passeggeri.

Nel 1932 e per i successivi cinque anni ha svolto il ruolo di nave scuola per giovani inglesi, con destinazione Mar Baltico e Fiordi Norvegesi.

Con l’esplosione della Seconda Guerra Mondiale il Neuralia tornò a svolgere mansioni militari, recandosi in Australia, per il trasporto di un grosso contingente di truppe fino al Canale di Suez per compiti di pattugliamento, e successivamente salpando per Cipro, per trarre in salvo i Ciprioti prima dell’invasione dell’Isola.

Nel 1944 partecipò, in qualità di nave appoggio allo sbarco in Normandia, dopo l’invasione da parte delle forze alleate, e compì circa 14 viaggi di andata e ritorno, trasportando circa 27.000 uomini tra ufficiali e truppe alleate sulle coste francesi.

La vicenda del Neuralia si concluse il 1° Maggio del 1945, all’altezza di Torre Inserraglio, quando, dirigendosi a Taranto per prelevare prigionieri di guerra tedeschi, si scontrò con una mina galleggiante ed affondò poco dopo.

Nell’esplosione morirono quattro persone.

Il relitto oggi è poggiato sul fondo ad una profondità massima di 33 metri, e ad un miglio circa di distanza dalla costa; non è integro a causa dei lavori effettuati nel dopoguerra per il recupero delle parti più importanti.

Si può, tuttavia, ammirare ancora qualche elmetto militare e qualche maschera antigas,il tutto contornato dai pesci, che tra le lamiere trovano riparo: saraghi, cernie, aragoste, orate, murene e gronghi.

L’IMMERSIONE:

Scendendo dalla cima dell’ancora, dopo pochi metri,si incomincia a intravedere la sagoma imponente della nave.

Suggestivi sono gli alberi concrezionati di spugne (Axinella cannabina, Axinella polypoides, Phorbas tenacior, Aplysina aerophoba), briozoi (il falso corallo Myriapora truncata e la trina di mare Sertella septentrionalis), policheti (tra cui la bellissima Filigrana implexa) contornati da banchi di pesce.

Raggiunta una profondità di circa 30 metri iniziamo a perlustrare la fiancata sinistra cercando tra le lamiere dello scafo i numerosi residenti: Saraghi, Cernie, Aragoste, Murene e Gronghi.

Ritornando nei pressi della cima costeggiamo la fiancata destra dove possiamo notare maschere antigas ed elmetti appartenuti all’equipaggio e, prima di incominciare la risalita,l’imponente ancora adagiata sulla posidonia.